14.5.12


Pelle.

- Mi ami?
- Credimi. Sei totalmente fuori strada.

La neve nei miei ricordi.



Ho ritrovato vecchie dediche.
Una mi ha colpito. E' quella di una persona che mi ha vista in uno dei peggiori momenti di debolezza. C'è scritto:
Ci sono stati momenti tra noi in cui il freddo fuori dalla finestra ci è entrato nelle vene e il sangue ci si è gelato. Ci sono stati altri momenti in cui potevamo andare sulla neve in costume e aver caldo. Ti ho amata e odiata. Una notte, quando ti addormentasti appoggiata al mio petto hai avuto un incubo. Ci ero abituato perché ti capitava spesso, ma questo era diverso.
Ti svegliai e cominciasti a piangere, mi raccontasti cosa non andava, e vidi qualcosa di diverso nei tuoi occhi. Vidi un infanzia rubata, un cuore spezzato, tanta stanchezza e delusione. Erano gli occhi di chi non ha più voglia di andare avanti perché non trova motivi per farlo. Piangevi, ma non mi guardavi negli occhi. Dopo poco ti rimettesti a dormire, sul mio petto. Il mattino dopo mi svegliai e accanto a me non c'eri. Ma c'era il tuo profumo. Guardando l'ora capii che eri andata nella tua camera, come ogni mattina. A colazione ti guardavo in mezzo a tutta quella gente e sembravi accarezzata da un alone di luce che emanavi. Ridevi, scherzavi e le persone attorno a te ti ascoltavano e ridevano con te. La sera la tua compagna di stanza mi raccontò che quando la mattina tornasti in stanza lei si sfogò, parlò dei suoi problemi e delle sue preoccupazioni e tu la rassicurasti come nessun'altro mai aveva fatto e che la rendesti felice tutta la giornata tenendole la mano, avendone cura. Alla fine della vacanza mi disse che il tuo atteggiamento non cambiò e che si sentiva bene. 
L'ultima cosa che abbiamo fatto insieme prima di separarci fu la colazione. Tu la portasti in camera mia, con un meraviglioso fiore. Mi dicesti di avere fame, ma non mangiasti. Al pullman ti chiesi se avevi ancora fame e tu mi dicesti di si, ma arrivata a Napoli non mangiasti.
Laura avrai fame. Sempre. Perché tu ti nutri della felicità altrui. Non smettere mai di avere fame. Non ho mai conosciuto in tutta la mia vita una persona che muoia di fame per sfamare gli altri. 
E' una cosa meravigliosa che ti rende meravigliosa.

Voglia di vivere.

Ci sono momenti in cui vorrei strappare dal petto il talento altrui, non per rubarlo intendiamoci. Vorrei solo mostrare ai loro occhi, ma soprattutto al loro cuore quale immensità hanno dentro. Presentargli la loro grandezza e permettere alla creatività di assaporarne ogni sua infinitesima parte. Convincerli che ciò che spesso rimane inutilizzato, o meglio nel quale non abbiamo mai creduto, è sempre stato lì, pronto alla corrosione della nostra mente, all’insaziabile voglia di cambiamento, all’ inesauribilità della fiducia in noi stessi, la quale ci spinge, giorno dopo giorno ad accettare la grande sfida che è la nostra vita.

Perdono.

Perdonami.
Perdona il mio amore, intenso e sfacciato.
Perdona ogni mio singolo bacio, ogni mia carezza, ogni mio sguardo.
Perdonami perché è reale.
Perdona i miei sogni senza inibizioni, i miei pensieri inconsapevoli e i miei sorrisi. Perdona il mio sorriso, perdonami se ne sei causa. Perdonami se non ho paura del mondo, se non ho ho freddo, se non piango. Perdona la mia felicità, perdonami se ne sei causa. Perdona il mio amore, intenso e sfacciato. Perdonalo se ti riempe di calore e di gioia. Perdonami se ti amo. Perdonami.
Ma non smetterò.

Insegnamenti.

Non ho mai imparato a riconoscere il bene dal male, 
e non so se sia un bene o un male. 

La presenza di un’assenza.

Ricordo te e la tua presenza la sento scorrere nelle ossa, nel sangue nella testa e infine nel petto. Il cuore impazzisce e il respiro è ormai impossibile. Svenire mi aiuterebbe, ma è il dolore quello che devo sentire, la presenza di un’assenza che permane nella mia vita come l’inchiostro dei tatuaggi sulla mia pelle. Liberarmi del dolore di chi ama qualcosa di finito. Nulla. E’ impossibile. Non respiro, gira la testa e poco prima di sentirmi male la tua assenza scivola via. Scrollo le ali e mi sento vuota. Ho bisogno di tempo per ritornare a vivere. Per ora mi nascondo nell’abbraccio delle mie ali. Sola.

Cari D e D,


Caro D,
spesso in questi anni hai tentato di portarmi con te. Mi hai provocata, mi hai appannato la vista e reso la mente poco lucida. Mi hai sempre offerto mille opportunità, mille occasioni per dimostrarmi quanto fossi debole, a differenza di come la pensavano tutti. Hai cercato di convincermi che non valgo nulla, che sono stupida e spesso immatura. Hai fatto di tutto pur di mettermi nei casini, e spesso, te ne devo dare atto, ci sei riuscito con gran successo. Hai sempre approfittato dei miei momenti di debolezza per portarmi sul tuo sentiero, e spesso ti ho seguito poiché era in discesa e tu mi portavi in braccio. Era facile e potrebbe esserlo ancora. Per tua sfortuna, a differenza di quel che vuoi farmi credere, sono testarda e riesco perciò a tenerti testa. Grazie a questo mio difetto molte volte non ho ascoltato la tua voce e ho preferito fare di testa mia. 

Caro D. , 
spesso in questi anni hai tentato di portarmi con te. Mi hai tentata, mi hai appannato la vista e reso la mente poco lucida.
Mi hai sempre offerto mille opportunità, mille occasioni per dimostrarmi quanto fossi sottomessa. Hai cercato di mettermi i piedi in testa, di farmi credere che non posso pensare con la mia testa e soprattutto che non ho bisogno di tutto questo. Hai fatto di tutto pur di appropriarti della mia intelligenza, e spesso, te ne devo dare atto, ci sei riuscito con gran successo. Hai sempre approfittato dei miei momenti di debolezza per portarmi sul tuo sentiero, e spesso ti ho seguito poiché era in discesa e tu mi portavi in groppa. Era facile e potrebbe esserlo ancora. Per tua sfortuna, a differenza di quel che vuoi farmi credere, sono intelligente e riesco perciò a non ammalarmi del tuo virus. Grazie a questa mia caratteristica molte volte non ho ascoltato la tua voce e ho preferito fare di testa mia.

Cara C, 
D e D ci provavano, ma grazie a te non hanno mai avuto nulla da me. Le volte che mi lasciavo andare e li seguivo tu venivi a prendermi e riaccendevi in me la voglia di fare, di pensare, di vivere. Con te è sempre stata un sentiero in salita, sotto una pioggia torrenziale, con rumori assordanti nelle orecchie, pesi scomodi da portare con me e mai nessuno che mi desse una mano. Era straziante ma almeno riuscivo a restare … Pura. 
Ora che non ci sei mi sento come su una corda, sospesa sul nulla. Da un lato D e dall’altro D. Devo scegliere. Ma non ho più la mia testardaggine, né la mia intelligenza. Ho la vista appannata dal dolore e la mente offuscata dalla quotidianità. 
Eri la mia forza ed il mio asso nella manica quando non sapevo che carte giocare, oppure quando mi accorgevo che l’altro giocatore stava barando. Adesso che non ci sei devo trovare un modo per sfuggire alla finzione e ritornare su quel sentiero tortuoso.
Ma … sinceramente … Non mi sento all’altezza di scegliere.
Perciò resterò qui. Sospesa. Aspettando che tu mi prenda per mano e mi riporti sulla nostra strada.

Granello di sabbia.

E mi sento libera, un granello di sabbia nel vento. Non ho più legami. Il suono del vento, leggiadro e soave mi rassicura. Non sarò più la montagna infrangibile e imponente, non sarò più un ammasso di roccia che nasconde un fragile ruscello di acqua cristallina. Sono un granello di sabbia nel vento, libero dalla corruzione della roccia e dalla fragilità dell’ acqua.

La prima volta.


Nulla è come la prima volta. La prima volta che ho visto l’alba, che meraviglia. Non ero più nel mio corpo, volevo leggiadra come se nulla avesse più spessore o importanza. La vita era lì, ferma, per la prima volta avevo tempo, potevo assaporare ogni attimo, godermi la sabbia tra le dita, la carezza del vento. Per un momento lungo un ora ho provato cosa significa vivere. 

...


E se uccidessi i miei demoni, ora, oggi, qui, subito?
Cosa cambierebbe se li incontrassi domani? 

Ragazzi, mi rivolgo a voi.

Scrivo davvero tanto, rileggo e mi rendo conto che sono arrabbiata. Sono arrabbiata con chi non agisce, e passivamente permette la decadenza, la distruzione e lo sfruttamento. Ragazzi, mi rivolgo a voi. Arrabbiatevi, urlate, piangete, lottate, parlate, indignatevi. Se vedete che le cose non vanno come dovrebbero non aspettate che qualcosa cambi, fatevi avanti voi e permettere il cambiamento. Se sentite qualcosa che nessuno dovrebbe mai, parlate anzi…urlate! Ignoranza, omertà e paura aiutano il buio a diffondersi, pagano le bestie e distruggono innocenza e cuore. Pensate “Mi piacerebbe che” e fate in modo che accada. Lingua, religione, colore, classe sociale saranno solo parole nella società della giustizia. La vostra. Cambiate voi le cose, siete il futuro e non dovete dimenticarlo mai, nemmeno un secondo. 

Frammenti di ricordi.

Un fiore. Un fiore bellissimo. Un’increspatura di luce nella notte. Ricordo il sole, mia madre. Mi chiamava con quel tono raggiante quasi più del sole stesso. Mi mostrava con incredibile cura i fiori che sbocciavano dalle piante grasse, dai cactus piccolini che abbiamo in terrazza. Li ammirava con lo stupore negli occhi. Si chiedeva come fosse possibile che da una pianta così brutta potesse nascere una tale meraviglia. La magia della natura. Ricordo la primavera. Vedeva un gruppo di albero in fiore. Rosa, bianco. “Meraviglioso, straordinario, incredibile! Come fate ad essere così freddi? Non vi accorgete della bellezza della natura!”. Dopo un po’ la prendevamo in giro. Non le importava. Ogni anno, puntualmente al fiorir degli alberi, fioriva anche la gioia del suo viso. Era così. Attenta. Il suo cuore era sensibile al dettaglio, alle piccole cose che potevano illuminarle la giornata, come un fiore, un piccolo, bellissimo e meraviglioso fiore di cactus.

La felicità è un attimo con le ali spezzate.

L’educazione e la gentilezza rimangono troppo spesso sommese dal mare dell’egoismo e dalla cattiveria. Purtroppo ricordiamo più facilmente una lacrima versata diun fiore che c’ è stato donato. Forse è per questo che conosco molte persone tristi, arrabbiate e deluse dalla vita. E se cambiassimo i modo di porci a quest’ultima, perché, pensateci, forse non è Lei a deludre noi, forse siamo noi con la nostra non curanza, la nostra superficialità e il nostro menefreghismo che deludiamo Lei. Cambiamo le cose! Apriamo gli occhi ma prima di tutto la nostra mente, solo così ci sarà permesso di toccare il cielo con un dito, solo così renderemo arcobaleno quella vita che ci sembra tanto grigia. Fermiamoci e viviamo ciò che ci sta attorno. Una farfalla, un’attenzione, un bacio, una carezza un fiore o un semplice sorriso ùstraniero. E’ nelle piccole cose che si cela l’immensità della bellezza. Un dolce raggio di sole, lo sfiorarsi nel silenzio di un’ istante. La felicità è immobile, sta a noi vederla e accoglierla nel nostro vivere.

L'Alba.

Esiste un momento, prima che il mondo si svegli, prima del canto degli usignoli, prima del calore dei raggi del sole, esiste un momento, un soffio di tempo durante il quale si apre un varco tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Ed è in questo momento, riservato a chi ha perso qualcuno, che le due metà di una vita possono sfiorarsi per creare qualcosa di meraviglioso.